ma gli alimenti possono diventare anche veleno”
(Ippocrate)
Le “Intolleranze Alimentari”, o “Ipersensibilità Alimentari”, si differenziano dalle “Allergie Alimentari” vere e proprie perché non producono Shock Anafilattico e di solito non rispondono ai tradizionali Test Allergici cutanei. Non provocano quasi mai reazioni violente ed immediate nell’organismo e quindi spesso non sono direttamente collegabili all’assunzione del cibo che le determina. Esse derivano dall’impossibilità dell’organismo di digerire un dato elemento, a causa di difetti metabolici che possono essere causati dallo stile di vita (scarsa masticazione, errate combinazioni alimentari, ecc.) o da stati emotivi alterati, oppure possono essere scatenate dall’assunzione di antibiotici.
Originano a livello intestinale, avendo come presupposto un’irritazione della mucosa di tale distretto, ma non provocano produzione di anticorpi e raramente hanno come effetto la produzione di Istamina. Possono però innescare manifestazioni allergiche, quali allergie ai pollini, agli acari o al contatto con tessuti, metalli, ecc.
Molto spesso nella pratica clinica, infatti, si riscontrano delle situazioni allergiche di modesta entità che però, a causa della concomitante presenza di Intolleranze Alimentari, producono manifestazioni importanti, soprattutto respiratorie.
Le Intolleranze Alimentari si manifestano quasi sempre con una sintomatologia generale più o meno sfumata (stanchezza, cefalea, gonfiori addominali postprandiali, infezioni ricorrenti, dolori articolari, ecc.) o con modificazioni cutanee (pelle secca, eczemi, orticaria, ecc,); spesso sono correlate a disordini del peso corporeo, sia in eccesso che in difetto.
Esse sono riconducibili all’accumulo nel tempo delle sostanze responsabili di Ipersensibilità, fino ad un livello che ad un certo punto supera la “dose soglia”. A causa di questo periodo di latenza, spesso risulta difficile accettare e comprendere come si possa “improvvisamente” diventare intolleranti ad un cibo introdotto quotidianamente o meglio pluriquotidianamente (frumento, olio d’oliva, latticini, ecc.).
Queste reazioni inoltre non sono sempre immediate, ma si presentano da 1 a 36 ore dopo l’assunzione del cibo in questione. Per ottenere un miglioramento del quadro sintomatologico, è necessario astenersi per almeno 2-3 mesi dall’assunzione del cibo incriminato, anche nelle sue forme nascoste (es. siero del latte nel prosciutto cotto), e anche dall’assunzione di cibi che possono generare reazioni incrociate (es. latticini e carne di manzo).
Va marcato inoltre che, come accade per le allergie respiratorie e l’inquinamento atmosferico, le sostanze chimiche addizionate nel corso di qualsiasi momento della lavorazione del cibo possono:
- renderlo allergizzante
- produrre un’intolleranza alle sostanze aggiunte
- diventare veicolanti delle molecole contenute nell’alimento (soprattutto proteine) e renderle fonte di intolleranze
Basti pensare agli oli vegetali, che sono il capolista delle Intolleranze Alimentari, al contrario degli oli spremuti a freddo. Pertanto il primo intervento nei confronti dei cibi sospetti, è quello di utilizzare solo prodotti sicuramente “puliti”.
Le Intolleranze, viste come rottura dell’equilibrio cibo-ospite, si insediano comunque in un organismo predisposto geneticamente o con uno sbilanciamento della barriera intestinale. Un peso importante rivestono la Carica Antigenica dell’Alimento, l’Età dell’Individuo, gli insulti al sistema immunitario.
Gli Starter più frequenti di un’Intolleranza Alimentare sono:
- introduzione precoce nel lattante di latte vaccino e derivati
- uso di antibiotici
- infezioni virali o batteriche a carico dell’intestino
- infestazioni parassitarie intestinali
- stress emotivi
Tra gli alimenti, quelli che più frequentemente danno reazioni sono:
- Ricchi di Istamina: pomodoro, birra, formaggio stagionato e fermentato, spinaci, funghi, cioccolato, tonno in scatola, ecc.
- Istamino-Liberatori: fragole, ecc.
- Tendenzialmente allergizzanti: pesce, arance, uova, soia, latte vaccino, pesche, kiwi, crostacei, ecc.
- Cibi che più frequentemente causa intolleranza: latte e latticini, lieviti, frumento, oli vegetali, oli di oliva, ecc.
Come si testano le Intolleranze Alimentari
Per rilevare la presenza di Intolleranze Alimentari sono a disposizione diversi tipi di test, nessuno attualmente riconosciuto dalla Medicina Ufficiale.
Alcuni test vengono effettuati su un campione di sangue. Questo metodo prevede che il plasma sanguigno venga posto a contatto con numerosi estratti di alimenti (cereali, verdure, frutti, ecc.) e, dopo un certo tempo di incubazione, venga valutato al microscopio da un tecnico che constata se i Neutrofili (una categoria di globuli bianchi) hanno subito delle modificazioni in seguito al contatto con alcuni degli alimenti esaminati. Il limite del test, oltre all’esperienza del tecnico, risiede nella parzialità della risposta, infatti, per quanto appartenenti all’organismo preso in esame, le cellule Neutrofile non sono l’organismo in sé.
Un’altra categoria di metodiche di valutazione si avvale della misurazione della tensione muscolare. Quando assumiamo, ma anche solo quando teniamo in mano un alimento o una sostanza che ci disturba, la nostra forza muscolare diminuisce, talvolta in modo così importante che le persone provano un senso di spossatezza dopo averne assunto. Il Metodo Kinesiologico testa la diminuzione della forza in modo manuale, prendendo in esame la muscolatura della mano (O Ring) oppure delle braccia e/o delle gambe. Questo test è valido perché prende in considerazione tutto l’organismo, ma i suoi limiti risiedono nella manualità dell’operatore e nell’estrema noiosità del test (devono essere testate fialette con diversi alimenti e sostanze chimiche per un totale di circa 3 ore di test).
Di altra impostazione concettuale è il Test Elettrico, detto anche Vega Test. Con apposito apparecchio può essere misurata, lungo i meridiani classici dell’agopuntura cinese o altri canali studiati successivamente, una micro corrente elettrica che attraversa la persona e, all’uscita, permette di derivare informazioni su incidenti trovati lungo il percorso, oppure sull’impatto che producono piccole quantità di alimenti interposti tra la persona e l’apparecchio.
Un test di ultima generazione e decisamente innovativo è il Genius Check MEP Test.
Misura le microenergie pericorporee dei campi elettromagnetici dei singoli organi. Partendo da un check generale del soggetto, si analizza successivamente le intolleranze alimentari, utilizzando le frequenze degli alimenti preinserite all'interno dei sensori del macchinario.
E' possibile individuare oggettivamente l'intolleranza ad ogni singolo alimento, senza toccare il soggetto e senza chiamare in causa la sensibilità dell'operatore.
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Quando deve essere sospettata un’Intolleranza Alimentare?
I sintomi causati dalle Intolleranze ai diversi tipi di cibo sono molteplici. I più frequenti sono cefalee, disturbi intestinali (gonfiori, stipsi, diarrea, colite, meteorismi, ecc.), dolori premestruali, disturbi dell’umore (depressione, irritabilità), dolori articolari, mal di gola, bronchiti ricorrenti, e molti altri.
Il sospetto va posto quando un disturbo, anziché comparire in modo passeggero o saltuario, inizia a presentarsi sempre più frequentemente fino ad interferire con la vita “normale” della persona.
Come sempre in biologia le variabili possono essere molteplici, e quindi la ricerca di eventuali Intolleranze Alimentari può essere una delle strade da percorrere per affrontare una problematica.
Possibili Intolleranze Alimentari vanno quindi prese in considerazione quando, dopo aver corretto la dieta, i problemi persistono, e prima di intraprendere terapie farmacologiche, che presentano sempre effetti collaterali a breve e lungo termine.
Dalle Intolleranze si guarisce?
Dalle Intolleranze alimentari si guarisce, seguendo diete ad eliminazione associate, eventualmente, ad un sostegno fitoterapeutico. I programmi alimentari devono essere concordati e seguiti da un esperto per poter valutare le modalità più corrette e quelle che meglio si adeguano anche alle problematiche individuali.
Eliminazioni parziali o per tempi troppo brevi di un alimento non portano risultati soddisfacenti, solo tanta inutile fatica e scoraggiamento.
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