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lunedì 31 dicembre 2012

Premi ai pediatri che fanno vaccinare

Vi siete mai chiesti perché alcuni medici sono così rabbiosamente a favore della promozione vaccinale?  Oppure, non avete mai considerato questo aspetto? La risposta è semplice: le aziende farmaceutiche pagano i medici per promuovere i vaccini e parlare del “problema”.
L’indagine conoscitiva sulla copertura vaccinale in età pediatrica e sull’ospedalizzazione dei bambini affetti da malattie infettive è stata deliberata dalla Commissione parlamentare per l’infanzia il 16 settembre 2003 su iniziativa del gruppo di lavoro salute per l’infanzia, con una duplice finalità:

1) acquisire dati ed approfondire la materia delle vaccinazioni obbligatorie e di quelle facoltative, nonché della conoscenza e della diffusione di queste ultime;

2) porre l’attenzione sulla questione della umanizzazione del ricovero dei bambini, i quali dovrebbero sempre poter essere ospitati in strutture pediatriche con personale specializzato, e sulla realizzazione di una edilizia sanitaria più funzionale.
Dal documento emergono particolari interessanti in merito agli incentivi economici garantiti a tutti i livelli: Pediatra, medico vaccinatore, personale sanitario, Dirigente ASL finanche a risultare strumento di valutazione per l’operato di quest’ultimo.

Tutto ciò a discapito della salute dei bambini… e un’ulteriore conferma alla regola arriva da un articolo apparso oggi sul Corriere di Rimini e San Marino: Premi ai pediatri che fanno vaccinare.

Troppi genitori decidono di non vaccinare i propri bambini e la AUSL prende provvedimenti: “penalità per i pediatri con pochi pazienti vaccinati, premi fino a 3 mila € per i più virtuosi“… e chissenefrega se si corre il rischio di rovinare per sempre la salute di un bambino fin dalla nascita.
L’aspetto rientra nell’accordo aziendale tra i medici pediatri e l’azienda sanitaria, e affronta il problema spinoso della Provincia di Rimini dove è assai bassa la percentuale di bambini che non sono stati sottoposti [attenzione!] alle profilassi facoltative. Se tali profilassi sono facoltative, perchè vogliono tramutarle in obbligatorie????
Non alta [e di molto inferiore alla media italiana] viene definita la percentuale di bambini sottoposti a vaccinazioni obbligatorie. Peccato però che tale affermazione è smentita ben due volte:

1. dal portale salute ER dell’Emilia Romagna in data 12 gennaio 2011 dove si scrive testualmente che “l’Emilia-Romagna si conferma tra le regioni con le più alte adesioni alle vaccinazioni nell’infanzia e tassi di copertura superiori alla media nazionale: oltre il 95% per le malattie tradizionalmente inserite nel calendario vaccinale. Questo emerge nell’ultimo rapporto curato dal Servizio sanità pubblica della Regione, che contiene i dati relativi al 2009“. Per maggiori informazioni leggi il documento Coperture vaccinali nell’infanzia – anno 2009.

2. dal sito Epicentro dell’ISS, in data 12 gennaio 2012, si legge che su un totale di 1.702.240 dosi di vaccino somministrate nel 2010 nella Regione Emilia-Romagna, 629.497 sono state utilizzate per i bambini, un valore che segna una leggera flessione rispetto al 2009 [632.929]. È quanto emerge dal rapporto, pubblicato a dicembre 2011 dal Servizio sanità pubblica – Direzione generale sanità e politiche sociali della Regione Emilia-Romagna. Dai dati disponibili nel documento emerge che le coperture delle vaccinazioni eseguite nei primi due anni di vita, compresa la vaccinazione antimorbillo-parotite-rosolia a 24 mesi [ecco il vero obbiettivo, ndr], pur restando tra le più elevate in Italia, mostrano un leggero calo. Al contrario, i tassi di copertura delle seconde dosi di MPR, rilevate tra i 6 e i 7 anni, hanno registrato un consistente aumento, passando dall’89,1% del 2007 al 90,5% nel 2010. Rimangono invece stabili le vaccinazioni eseguite nell’età adolescenziale, e si assiste ad un aumento delle coperture della vaccinazione antimeningococco C, mentre resta stazionario il livello raggiunto con  la vaccinazione contro l’Hpv. Per maggiori informazioni leggi il documento Coperture vaccinali nell’infanzia – anno 2010”.

Perchè dunque questa necessità di punire i pediatri? … Quattro sono i motivi principali:

1. la presenza della Federazione del COMILVA sul territorio, molto attivo in città e ancor più indigesto dopo il fragoroso fulmine a ciel sereno che ha rappresentato la recente sentenza di Rimini che ricollega l’autismo alle vaccinazioni [anche se non è stata e non rimarrà l'unica in Italia] a tal punto che ha varcato i confini nazionali;
2. la casta italiana dei vaccini è visibilmente in preda ad un’ansia sempre più scomposta;
3. la Corte Costituzionale ha riconosciuto il diritto all’indennizzo per i danni derivanti dai vaccini anche quando non obbligatori, ma raccomandati;
4. le medicine alternative che, secondo il Primario AUSL intervistato, negano la bontà della profilassi vaccinale non possono mai mancare nella perfetta insalata di promozione vaccinale.

Probabilmente questi promotori vaccinali proseguono a ignorare “con dolo” le reazioni avverse [molto ben documentate in letteratura!] causate da un atto medico non esente da rischi quale è la vaccinazione, come evidenziato anche dai report degli Stati Uniti [VAERS] e di altrettanti stati Europei, mentre sono bellamente sottostimati per malcostume, malafede e carnet premio da 5 mila €uro annui qui in Italia: un ottimo esempio, che non fa una piega, di promozione della salute!
Anzichè richiedere ”una strenua presa di posizione nei confronti di coloro che sconsigliano pubblicamente il vaccino” cavalcando battaglie ideologiche che non fanno altro che inasprire gli animi di “genitori responsabili” che vivono quotidianamente sulla pelle dei propri figli il danno indelebile causato dalle vaccinazioni, ritengo che sarebbe opportuno riscoprire la pratica di etica deontologica e professionaleche è andata smarrita nelle mazzette di banconote.

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