La Pianta dell'Iperico
Hypericum perforatum (L.)
Famiglia: Clusiaceae (Hypericaceae)
Pianta erbacea, annuale, alta fino a 50-70 cm. Il fusto, esile e ramificato, presenta due creste longitudinali, tipiche della specie. Le foglie, opposte, glabre, sessili o quasi, di forma ellittica-oblunga, mostrano una punteggiatura traslucida di tipo ghiandolare, da cui deriva il nome della specie "perforatum". Le infiorescenze, molto ramificate, esibiscono numerosi fiori giallo-oro a cinque petali. Anche i sepali sono cinque, strettissimi e acutissimi. Gli stami sono numerosi, gialli, lunghi, ben visibili e saldati alla base in gruppetti. L'ovario ha tre logge con tre stili. Sul margine delle foglie, sui petali e sulla cima degli stami sono presenti dei puntini rosso-neri (ghiandole di ipericina) che, se toccati, macchiano la pelle di rosso. I sepali sono privi di ghiandole nere.
I componenti principali
La parte della pianta dell'Iperico utilizzata per i suoi principi attivi (droga) è costituita dalle sommità raccolte durante la piena fioritura ed essiccate.
La droga contiene:
- naftodiantroni (0,1-0,3%): ipericina, pseudoipericina, protoipericina, protopseudoipericina, cicloipericina, ciclopseudoipericina, desmetilpseudoipericina, isoipericina, ecc. Secondo la Farmacopea Europea, la droga deve contenere almeno lo 0,08% di ipericine totali espresse come ipericina sulla pianta secca
- antrachinoni: skirina, ossiskirina
- derivati del Floroglucinolo (0,2-5%): iperforina, adiperforina e furanoiperforina
- flavonoidi (2-4%): in particolare Quercetina e suoi glicosidi (iperoside, rutina, quercitrina e isoquercitrina), Biflavoni (amentoflavone, biapigenina), Proantocianidine oligomeriche (OPC)
- xantoni: mangiferina, chielcorina, ecc.
- composti fenolici: acidi clorogenico, caffeico, ferulico, cumarico, vanillico, ecc.
- tannini: (fino al 12%)
- cumarine: umbelliferone, scopoletina
- olio essenziale (0,1-1%), di cui i principali componenti sono: 2-metil ottano, undecano, dodecanolo, alfa-pinene e cariofillene
- altri costituenti: carotenoidi, saponine, sitosteroli, acidi grassi
La presenza percentuale dei singoli componenti dipende dallo stadio di sviluppo della pianta.
Proprietà Medicinali dell'Iperico
Uso tradizionale dell'Iperico
L'Iperico è stato tradizionalmente utilizzato nel trattamento delle infezioni catarrali polmonari croniche (bronchite), dell'asma, delle infiammazioni gastriche (ulcera gastrica, gastrite, pirosi gastrica) e di quelle delle vie urinarie (cistite, prostatite, e uretrite). Ne viene consigliato l'infuso, preparato con 2-3 g di sommità fiorite secche per una tazza di acqua bollente (circa 150ml), lasciate in infusione per 15 minuti. Si bevono da due a quattro tazze al giorno.
L'antico utilizzo dell'Iperico, sulla pelle, come vulnerario in caso di scottature, ulcere e piaghe, dermatiti e ferite, sotto forma di estratto oleoso in olio di oliva, è oggi riconosciuto anche dalla fitoterapia moderna.
La scheda redatta sull'Iperico dalla Commissione E del Ministero della Sanità Tedesco, pubblicata nel 1990, riporta le seguenti indicazioni per uso esterno: "preparati oleosi di Iperico per il trattamento e post-trattamento di ferite da taglio e contuse, mialgie ed ustioni di primo grado".
Oggi l'Iperico viene utilizzato, sotto forma di estratto secco, titolato e standardizzato, quasi esclusivamente per la preparazione di prodotti (capsule e compresse) destinati al trattamento della depressione lieve e moderata.
La Depressione
Il tono dell'umore è la misura del nostro benessere o malessere interiore, e oscilla sulla base di quattro sentimenti fondamentali: gioia, tristezza, paura, rabbia.
Tristezza e sconforto colpiscono tutti di quando in quando, ma le persone depresse si trovano ad affrontare qualcosa di diverso: uno stato di sofferenza psicologica che non accenna a svanire, sproporzionata rispetto all'evento che l'ha determinata, e che persiste oltre il periodo di tempo appropriato. Vorrebbero uscirne, ma non trovano la forza per farlo o per pensare con lucidità.
Si parla di depressione, che può essere distinta in lieve, moderata o grave.
La depressione lieve comporta un numero esiguo di sintomi e un impatto minimo sulla vita professionale e le relazioni sociali. I sintomi diventano più numerosi e sono accompagnati da una maggiore compromissione delle attività quotidiane nei soggetti affetti da depressione moderata.
Nella depressione grave le manifestazioni aumentano, sia in termini di quantità che di gravità, e compromettono duramente la vita di tutti i giorni, i rapporti sociali e professionali. Nei casi estremi i soggetti non sono più in grado di lavorare e neppure di provvedere a se stessi.
La depressione lieve e moderata, sebbene non sia altrettanto invalidante come la depressione grave, interferisce con la vita sociale e professionale di chi ne soffre, e, se non curata, può portare a manifestazioni depressive più gravi.
La depressione può manifestarsi all'improvviso, senza alcuna ragione apparente, e può essere dovuta a più fattori concomitanti, tra i quali: predisposizione familiare, temperamento, eventi dolorosi (lutto, divorzio, delusione amorosa, perdita del lavoro per esempio), variazione dei livelli ormonali (prima delle mestruazioni, post-partum, in menopausa), effetti collaterali di alcuni farmaci (anticonvulsivi, alcuni antipertensivi, benzodiazepine, digitale, beta-bloccanti, corticosteroidi, estrogeni), alcolismo, tossicodipendenza, presenza di patologie gravi (ad esempio pazienti cardiologici).
Può insorgere a qualsiasi età, più spesso dai 20 ai 40 anni. I sintomi, sia di natura psichica che somatica, si sviluppano gradualmente e in modo differente nei vari individui, tanto che spesso la depressione non viene riconosciuta come tale.
Inoltre, meno di un terzo dei soggetti colpiti chiede aiuto, considerando il proprio problema come una debolezza emotiva personale e non una vera e propria malattia che può essere curata.
La depressione può durare anche per periodi lunghi, caratterizzati da tristezza, irritabilità, insicurezza, senso di inadeguatezza e sfiducia, perdita di interesse e di piacere nei confronti dei passatempi abituali, stanchezza, astenia, facile affaticabilità, difficoltà di concentrazione, decisione, attenzione e memoria, diminuzione della libido, ecc.
I maschi tendono a negare il problema, considerandolo una debolezza e spesso mascherano la depressione con una maggiore irritabilità: per molti di loro la collera è un sentimento più facile da esprimere rispetto alla tristezza.
Le donne, che in età adulta hanno una probabilità due-tre volte superiore rispetto agli uomini di sviluppare un disturbo depressivo, tendono ad avere un comportamento più passivo.
Negli anziani, soprattutto in persone che vivono sole e non lavorano, una sintomatologia, caratterizzata da perdita di memoria e di concentrazione e rallentamento del pensiero, può portare ad una diagnosi errata di demenza.
La depressione coinvolge anche le persone che fanno parte della vita del soggetto depresso, che, inizialmente, possono rispondere offrendo comprensione e sostegno, ma, con il passare del tempo, possono spazientirsi e allontanarsi.
La depressione anche se ben curata presenta il pericolo di ricadute, per questo è importante cogliere i primi sintomi per affrontarla tempestivamente.
Anche il disturbo emotivo stagionale deve essere considerato una sorta di depressione. Molti individui soffrono infatti regolarmente di depressione durante l'inverno, quando le giornate sono più corte e fredde. Si sentono depressi, rallentano i ritmi, dormono e mangiano troppo e sono affamati di carboidrati. D'estate invece sono di buonumore, attivi e pieni di energia.
Varie ipotesi sono state formulate per spiegare l'insorgenza della depressione. Molto probabilmente essa è l'espressione di molte concause, per cui un'ipotesi non esclude l'altra necessariamente.
Quando i neurotrasmettitori a livello del sistema nervoso sono presenti in una concentrazione ottimale, il cervello esprime un comportamento armonico, determinando una sensazione di benessere, di voglia di fare, di speranza.
Anche se nella vita si presentano alti e bassi, lo stato d'animo è comunque di benessere.
La depressione può dipendere da un deficit di neurotrasmettitori (ipotesi monoaminergica) a livello del sistema nervoso centrale, in particolare serotonina (5-HT), noradrenalina (NORA) e dopamina (DOPA).
Alcuni studi fanno pensare che siano importanti non solo la produzione ed il rilascio di monoamine, ma anche la trasduzione dei segnali di questi neurotrasmettitori.
Altra ipotesi è quella neuroendocrina, in base alla quale la depressione potrebbe in parte dipendere da un cattivo funzionamento del circuito ipotalamo-ipofisi-surrene, coinvolto nella risposta allo stress, con un aumento di fattore rilasciante l'ormone corticotropo (CRH), di romone adrenocorticotrpo (ACTH) e di cortisolo.
Questo circuito interessa anche la funzionalità del sistema immunitario, la cui efficienza viene inibita.
Attività Antidepressiva dell'Iperico
L'attività antidepressiva dell'Iperico può essere attribuita a più gruppi di componenti, tra i quali i flavonoidi, acidi fenolici, naftodiantroni e floroglucinoli.
L'estratto della pianta contenente i vari principi attivi si è dimostrato, in studi clinici, più efficace rispetto ai singoli componenti isolati.
I benefici derivanti dall'assunzione dell'Iperico non si manifestano in pochi giorni, è infatti necessario attendere 2-3 settimane, anche per i componenti lipofili sono assorbiti lentamente e si accumulano gradualmente fino a raggiungere un livello stabile nel cervello, nella cute e nello stomaco.
Vari sono i meccanismi di azione dell'Iperico ipotizzati, che concorrono a determinare l'effetto antidepressivo globale degli estratti della pianta.
Tristezza e sconforto colpiscono tutti di quando in quando, ma le persone depresse si trovano ad affrontare qualcosa di diverso: uno stato di sofferenza psicologica che non accenna a svanire, sproporzionata rispetto all'evento che l'ha determinata, e che persiste oltre il periodo di tempo appropriato. Vorrebbero uscirne, ma non trovano la forza per farlo o per pensare con lucidità.
Si parla di depressione, che può essere distinta in lieve, moderata o grave.
La depressione lieve comporta un numero esiguo di sintomi e un impatto minimo sulla vita professionale e le relazioni sociali. I sintomi diventano più numerosi e sono accompagnati da una maggiore compromissione delle attività quotidiane nei soggetti affetti da depressione moderata.
Nella depressione grave le manifestazioni aumentano, sia in termini di quantità che di gravità, e compromettono duramente la vita di tutti i giorni, i rapporti sociali e professionali. Nei casi estremi i soggetti non sono più in grado di lavorare e neppure di provvedere a se stessi.
La depressione lieve e moderata, sebbene non sia altrettanto invalidante come la depressione grave, interferisce con la vita sociale e professionale di chi ne soffre, e, se non curata, può portare a manifestazioni depressive più gravi.
La depressione può manifestarsi all'improvviso, senza alcuna ragione apparente, e può essere dovuta a più fattori concomitanti, tra i quali: predisposizione familiare, temperamento, eventi dolorosi (lutto, divorzio, delusione amorosa, perdita del lavoro per esempio), variazione dei livelli ormonali (prima delle mestruazioni, post-partum, in menopausa), effetti collaterali di alcuni farmaci (anticonvulsivi, alcuni antipertensivi, benzodiazepine, digitale, beta-bloccanti, corticosteroidi, estrogeni), alcolismo, tossicodipendenza, presenza di patologie gravi (ad esempio pazienti cardiologici).
Può insorgere a qualsiasi età, più spesso dai 20 ai 40 anni. I sintomi, sia di natura psichica che somatica, si sviluppano gradualmente e in modo differente nei vari individui, tanto che spesso la depressione non viene riconosciuta come tale.
Inoltre, meno di un terzo dei soggetti colpiti chiede aiuto, considerando il proprio problema come una debolezza emotiva personale e non una vera e propria malattia che può essere curata.
La depressione può durare anche per periodi lunghi, caratterizzati da tristezza, irritabilità, insicurezza, senso di inadeguatezza e sfiducia, perdita di interesse e di piacere nei confronti dei passatempi abituali, stanchezza, astenia, facile affaticabilità, difficoltà di concentrazione, decisione, attenzione e memoria, diminuzione della libido, ecc.
I maschi tendono a negare il problema, considerandolo una debolezza e spesso mascherano la depressione con una maggiore irritabilità: per molti di loro la collera è un sentimento più facile da esprimere rispetto alla tristezza.
Le donne, che in età adulta hanno una probabilità due-tre volte superiore rispetto agli uomini di sviluppare un disturbo depressivo, tendono ad avere un comportamento più passivo.
Negli anziani, soprattutto in persone che vivono sole e non lavorano, una sintomatologia, caratterizzata da perdita di memoria e di concentrazione e rallentamento del pensiero, può portare ad una diagnosi errata di demenza.
La depressione coinvolge anche le persone che fanno parte della vita del soggetto depresso, che, inizialmente, possono rispondere offrendo comprensione e sostegno, ma, con il passare del tempo, possono spazientirsi e allontanarsi.
La depressione anche se ben curata presenta il pericolo di ricadute, per questo è importante cogliere i primi sintomi per affrontarla tempestivamente.
Anche il disturbo emotivo stagionale deve essere considerato una sorta di depressione. Molti individui soffrono infatti regolarmente di depressione durante l'inverno, quando le giornate sono più corte e fredde. Si sentono depressi, rallentano i ritmi, dormono e mangiano troppo e sono affamati di carboidrati. D'estate invece sono di buonumore, attivi e pieni di energia.
Varie ipotesi sono state formulate per spiegare l'insorgenza della depressione. Molto probabilmente essa è l'espressione di molte concause, per cui un'ipotesi non esclude l'altra necessariamente.
Quando i neurotrasmettitori a livello del sistema nervoso sono presenti in una concentrazione ottimale, il cervello esprime un comportamento armonico, determinando una sensazione di benessere, di voglia di fare, di speranza.
Anche se nella vita si presentano alti e bassi, lo stato d'animo è comunque di benessere.
La depressione può dipendere da un deficit di neurotrasmettitori (ipotesi monoaminergica) a livello del sistema nervoso centrale, in particolare serotonina (5-HT), noradrenalina (NORA) e dopamina (DOPA).
Alcuni studi fanno pensare che siano importanti non solo la produzione ed il rilascio di monoamine, ma anche la trasduzione dei segnali di questi neurotrasmettitori.
Altra ipotesi è quella neuroendocrina, in base alla quale la depressione potrebbe in parte dipendere da un cattivo funzionamento del circuito ipotalamo-ipofisi-surrene, coinvolto nella risposta allo stress, con un aumento di fattore rilasciante l'ormone corticotropo (CRH), di romone adrenocorticotrpo (ACTH) e di cortisolo.
Questo circuito interessa anche la funzionalità del sistema immunitario, la cui efficienza viene inibita.
Attività Antidepressiva dell'Iperico
L'attività antidepressiva dell'Iperico può essere attribuita a più gruppi di componenti, tra i quali i flavonoidi, acidi fenolici, naftodiantroni e floroglucinoli.
L'estratto della pianta contenente i vari principi attivi si è dimostrato, in studi clinici, più efficace rispetto ai singoli componenti isolati.
I benefici derivanti dall'assunzione dell'Iperico non si manifestano in pochi giorni, è infatti necessario attendere 2-3 settimane, anche per i componenti lipofili sono assorbiti lentamente e si accumulano gradualmente fino a raggiungere un livello stabile nel cervello, nella cute e nello stomaco.
Vari sono i meccanismi di azione dell'Iperico ipotizzati, che concorrono a determinare l'effetto antidepressivo globale degli estratti della pianta.
1. diminuzione della degradazione di neurotrasmettitori, attraverso l'inibizione dell'attività di enzimi specifici: inibizione delle Mono Amino Ossidasi (MAO), della Catecol-O-Metiltransferasi (COMT), e della Dopamina-β-idrossilasi.
2. inibizione della ricaptazione dei neurotrasmettitori: la depressione può dipendere da un deficit di neurotrasmettitori a livello del sistema nervoso centrale. Contrariamente agli antidepressivi di sintesi, che inibiscono in modo competitivo la ricaptazione dei neurotrasmettitori, bloccando i recettori delle proteine trasportatrici, l'iperforina agisce non selettivamente, attraverso un aumento della concentrazione intracellulare di sodio, che riduce l'attività delle proteine responsabili del trasporto. Si determina un aumento della disponibilità di neurotrasmettitori nello spazio sinaptico a livello delle terminazioni nervose, che nel tempo comporta anche un innalzamento della sensibilità e della capacita del legame dei recettori per i neurotrasmettitori. Dopo trattamento con Iperico è stato osservato un aumento significativo dei metaboliti urinari dei neurotrasmettitori serotonina e noradrenalina, evidenza che l'Iperico, al pari di altri antidepressivi, può aumentare la concentrazione di questi neurotrasmettitori nel cervello.
3. modulazione della liberazione delle citochine: l'Iperico inibisce la liberazione di Interleuchina-6 (IL-6) ed Interleuchina-1β (IL-1β) da parte delle cellule del sistema immunitario (monociti, linfociti, e altri leucociti) prevenendo, indirettamente, l'aumento di ormoni glucocorticoidi indotto dallo stress. L'estratto di Iperico, influenzando negativamente la produzione di IL-6, può esercitare un'azione normalizzante sul sistema ipotalamo-ipofisi-surrene.
4. interazione con il metabolismo della serotonina: la melatonina è un ormone prodotto naturalmente dalla ghiandola pineale posta alla base del cervello, per acetilazione e metilazione enzimatica della serotonina. Poco dopo la comparsa dell'oscurità la concentrazione di melatonina nel sangue aumenta rapidamente, per raggiungere il picco massimo tra le 2 e le 4 di notte. I suoi valori si riducono gradualmente all'approssimarsi del mattino. Ciò aiuta a regolare il ciclo del sonno e della veglia. Il controllo dell'orologio interno che governa i ritmi naturali del corpo umano aiuta ad addormentarsi, favorisce il riposo, migliora il tono dell'umore. La somministrazione di Iperico evidenzia un aumento della secrezione di melatonina nel plasma: facilita quindi in modo indiretto l'addormentamento e migliora la qualità del sonno ed il riposo.
Sicurezza d'uso ed effetti indesiderati
L'ampio utilizzo di preparati a base di Iperico anche come automedicazione, pone il problema della verifica della loro sicurezza d'uso.
Nella quasi totalità degli studi clinici l'incidenza degli effetti collaterali prodotti dall'Iperico è risultata pari a quella del placebo e decisamente inferiore a quella determinata da antidepressivi di sintesi.
Sedici studi di sorveglianza post-marketing hanno evidenziato un'incidenza di effetti indesiderati almeno dieci volte inferiore a quella degli antidepressivi, anche di ultima generazione, e sempre quantificabili come di entità modesta.
Gli effetti collaterali più frequentemente osservati sono stati reazioni lievi e reversibili, tra cui: disturbi gastrointestinali occasionali, nausea, stanchezza, emicrania o reazioni cutanee. E' stato stimato che un individuo su 30000, tra i consumatori di Iperico, potrebbe incorrere in reazioni indesiderate.
Non esistono ad oggi segnalazioni di intossicazioni acute nell'uomo.
In caso di iperdosaggio, deve essere evitata l'esposizione alla luce diretta del sole e lampade UV per almeno due settimane per prevenire l'ipericismo (fotosensibilizzazione).
La depressione è un tipo di patologia che comporta un trattamento prolungato nel tempo, ma anche l'uso continuo di estratti di Iperico non sembra causare problemi particolari.
Un recente studio di monitoraggio su 300 pazienti trattati per 12 mesi con un estratto titolato di Iperico, ha mostrato un'incidenza trascurabile di effetti collaterali alla fine del trattamento e l'assenza di modifiche dei parametri emato-clinici, della pressione sanguigna del tracciato elettrocardiografico e della frequenza cardiaca.
Dal momento che molti individui colpiti da depressione lieve e moderata continuano comunque la loro normale vita lavorativa, alcuni studiosi hanno preso in esame gli effetti dell'assunzione di estratti standardizzati di Iperico sulla capacità di conduzione di autoveicoli e uso di macchinari.
I dati ottenuti non hanno evidenziato alterazioni delle capacità di conduzione e reazione, di vigilanza o concentrazione per dosaggi di estratto pari a 900mg/die.
Il possibile potenziamento degli effetti dell'alcol durante la terapia a base di estratto di Iperico è stato investigato in uno studio in doppio cieco incrociato, placebo-controllato. I risultati non hanno indicato alcuna differenza significativa tra il gruppo dei placebo e quello trattato con estratto di Iperico. Sperimentazioni sui ratti e conigli non hanno rilevato effetti teratogeni del feto.
Anche prove di mutagenesi, cancerogenesi e immunotossicità nell'animale sono risultate negative.
In letteratura sono spesso riportate le proprietà fotosensibilizzanti e fototossiche dell'Iperico.
I dati sono derivati da osservazioni su animali con pellame bianco al pascolo, principalmente ovini e bovini, esposti a lungo al sole che avevano ingerito grosse quantità di Iperico fresco. Sugli animali erano state riscontrate lesioni edematose e vescicole della pelle accompagnate da agitazione psicomotoria.
Responsabile della comparsa di questi fenomeni sono le ipericine contenute nella pianta, sostanze in grado di trasformare l'energia luminosa in energia chimica, con conseguente formazione di composti tossici per le cellule.
Alcuni ricercatori pensano che il potenziamento della reattività chimica e biologica delle ipericine ad opera della luce potrebbe essere di interesse terapeutico per il loro utilizzo nell'inattivazione di virus e retrovirus.
Nell'uomo, nonostante il largo utilizzo di preparati a base di Iperico, le segnalazioni di manifestazioni fototossiche sono molto rare: una stima riporta 1 caso su 300000 pazienti trattati. Le fotodermatiti che compaiono nelle zone esposte alla luce, regrediscono spontaneamente in seguito a sospensione dell'assunzione di Iperico. Studi condotti sull'uomo e sugli animali hanno portato a concludere che la fotosensibilizzazione è un evento molto improbabile ai dosaggi terapeutici raccomandati. A scopo precauzionale è comunque consigliabile evitare lunghe esposizioni al sole, soprattutto nelle ore più calde del giorno, in concomitanza con l'assunzione dei prodotti a base di Iperico.
Interazioni dell'Iperico con i farmaci
Contaminanti ambientali, insetticidi, additivi alimentari, farmaci, tossine vegetali e altri composti estranei all'organismo (xenobiotici), devono subire all'interno del corpo umano tutta una serie di trasformazioni, ad opera dei sistemi enzimatici, per essere facilmente eliminati: si parla di detossificazione.
Il fegato rappresenta la sede più importante in cui avvengono questi processi, ma anche la mucosa intestinale, i reni ed i polmoni sono coinvolti.
Il citocromo P450 è una superfamiglia di isoenzimi che catalizzano non solo l'ossidazione di numerosi composti di origine endogena, ma anche quella di molti farmaci che vengono assunti a scopo terapeutico.
L'ossidazione rappresenta la reazione più comune nel metabolismo dei farmaci, ed è la prima tappa che conduce nel fegato alla trasformazione di queste molecole in composti più idrofili, che saranno poi coniugati e resi più idrosolubili e facilmente eliminabili per via renale.
L'attività degli isoenzimi del citocromo P450 può essere modificata, stimolata o inibita, anche da sostanze molto comuni. Il succo di pompelmo, l'aglio, il pepe nero (questi ultimi due a dosaggi comunque impossibile da consumarsi come alimento) hanno ad esempio un'azione inibente, mentre alcuni cavoli ed il fumo di sigaretta manifestano un effetto stimolante sull'attività enzimatica.
Studi recenti hanno evidenziato l'importanza di possibili interazioni farmacologiche tra l'Iperico e certi farmaci, in particolare quelli che sono metabolizzati da alcuni enzimi epatici del citocromo P450: CYP3A4, CYP2C19, CYP2C9, CYP1A2, CYP2D6. L'Iperico incrementa l'attività di questi enzimi provocando un aumento del metabolismo dei farmaci.
L'Iperico interferisce anche, in particolare, a livello di intestino, fegato e rene, con la glicoproteina-P, responsabile dell'assorbimento, della distribuzione, del metabolismo e della escrezione di molti farmaci.
La glicoproteina-P (P-gp) è una proteina di membrana che si è evoluta nel tempo come meccanismo protettivo contro l'assorbimento di xenobiotici, funzionando come una "pompa", che li elimina da organi e tessuti.
L'uso contemporaneo di Iperico e certi farmaci (solo quelli metabolizzati dal citocromo P450 o induttori della glicoproteina-P) può portare quindi ad una diminuzione anche importante dei livelli plasmatici di questi farmaci, riducendone l'efficacia.
Tra i componenti dell'Iperico, l'iperforina sembra essere il maggior responsabile di questa interferenza.
- Iperico può provocare un modesto decremento dell'attività di farmaci antidiabetici.
- Iperico provoca una diminuzione dell'attività di benzodiazepine (ansiolitici).
- Iperico è da evitare l'associazione con antiepilettici.
- Iperico riduce significativamente l'attività di antipertensivi.
- Iperico riduce l'attività di Clorzoxazone.
- Iperico va evitato in associazione con Ciclosporina.
- Iperico va evitato in associazione con Digossina.
- Iperico va evitato in associazione con Eplerenone.
- Iperico va evitato in associazione con Etoposide.
- Iperico riduce significativamente l'attività di Fexofenadina.
- Iperico va evitato in associazione con contraccettivi orali.
- Iperico riduce significativamente l'attività di Imatinib.
- Iperico va evitato in associazione con Irinotecan.
- Iperico riduce significativamente l'attività di Ivabradina.
- Iperico va evitato in associazione con inibitori nucleosidici della transcriptasi inversa.
- Iperico va evitato in associazione con inibitori delle proteasi (terapia infezione HIV).
- Iperico va evitato in associazione con Metadone.
- Iperico va evitato in associazione con inibitori della ricaptazione della serotonina.
- Iperico riduce significativamente l'attività di Tacrolimus.
- Iperico riduce significativamente l'attività di Talinololo.
- Iperico va evitato in associazione con Voriconazolo.
- Iperico va evitato in associazione con anticoagulanti.
Dosi di utilizzo dell'Iperico e avvertenze
Il Ministero della Salute Italiano ha recentemente revisionato (agosto 2009) i limiti di impiego dell'Iperico (Hypericum perforatum) negli integratori.
Le nuove disposizioni prevedono un'assunzione giornaliera di preparati a base di Iperico tale che l'apporto di ipericina non superi i 0,7 mg.
Inoltre, negli estratti di Iperico utilizzati il rapporto iperforine/ipericina non deve essere superiore a 7.
E' reso obbligatorio porre sulla confezione dell'integratore alcune avvertenze:
se si assumono dei farmaci, prima di utilizzare il prodotto chiedere il parere del medico, perchè l'estratto di Iperico può interferire sul loro metabolismo, inibendone anche l'attività. L'estratto di Iperico è controindicato in età pediatrica e nell'adolescenza.
La Commissione E del Ministero della Sanità tedesco, incaricata di raccogliere la documentazione scientifica necessaria per l'autorizzazione dei medicamenti vegetali nel marzo 1990, ha pubblicato l'ultima revisione della scheda sull'Iperico, sulla quale è riportato il seguente dosaggio giornaliero consigliato: 2-4 g di droga o 0,2-1 mg di ipericine totali sotto forma di varie preparazioni.
Gravidanza e allattamento: nessun dato è disponibile sull'uomo. In conformità con la prassi medica generale, il prodotto non deve essere utilizzato durante la gravidanza o l'allattamento senza aver prima sentito il parere del medico.
Consigli per l'Alimentazione e lo Stile di Vita nella Depressione lieve e moderata
Anche l'alimentazione più aiutare a migliorare il tono dell'umore. Ogni individuo tende infatti, inconsciamente, a consumare cibi che possono modificare in senso positivo la "biochimica" del proprio cervello, cioè la sintesi e il rilascio dei neurotrasmettitori.
Un'alimentazione equilibrata e corretta permette un giusto apporto di nutrienti e un buon funzionamento dell'organismo e contribuisce, inoltre, a mantenere costanti i livelli di glucosio nel sangue. Il cervello, in particolare, necessita di una somministrazione costante di glucosio, in caso contrario si possono manifestare sintomi di diversa gravità, come ansia, irritabilità, astenia affaticamento, debolezza, ecc. L'ipoglicemia è molto comune negli individui depressi, ai quali si consiglia di evitare gli zuccheri raffinati e preferire alimenti come: pasta. pane, cereali, legumi, ortaggi, ricchi di zuccheri complessi, vitamine e sali minerali.
Anche carenze di vitamine del gruppo B, in particolare di Acido folico (vitamina B9), possono peggiorare la depressione, per cui può essere necessaria una loro integrazione. L'acido folico e la vitamina B12 forniscono infatti metili a importanti molecole cerebrali, inclusi i neurotrasmettitori.
Le verdure a foglia verde, come spinaci e insalata, consumate crude, sono "fonte di buon umore", perché ricche di acido folico. Altri alimenti che contengono questa vitamina sono la soia, il tuorlo d'uovo, il fegato, gli asparagi, le lenticchie, i cereali integrali, il lievito di birra, i broccoli e il cavolfiore.
La vitamina B12 è invece presente soprattutto nel fegato di vitello e maiale, nei fegatini di pollo, nelle ostriche, nelle aringhe, negli sgombri, nelle sardine sott'olio. L'alga spirulina (Spirulina maxima L.) può essere usata come fonte vegetale di vitamina B12. Si consiglia anche l'assunzione di acidi grassi essenziali della serie omega-3 (contenuti nel salmone, nel pesce azzurro, come acciughe, sardine, sgombro, oltre che in integratori alimentari di olio di pesce, olio estratto dalle alghe e olio di lino), perchè contribuiscono a mantenere una corretta fluidità di membrana nelle cellule nervose, caratteristica che influenza direttamente la sintesi e il legame dei neurotrasmettitori e la trasmissione dei segnali nervosi. Praticare regolarmente un po' di sport (passeggiate a passo veloce, nuoto, aerobica, ciclismo ecc.) in modo adeguanto alle proprie condizioni fisiche ed età può risultare un buon rimedio per migliorare uno stato di depressione.
Infatti, in risposta all'esercizio fisico, il nostro cervello produce le endorfine, sostante dotate di una potente attività analgesica e stimolante, in grado di regolare il tono dell'umore, influenzare positivamente lo stato d'animo, aumentare l'autostima e la resistenza agli stress. Ecco perché, dopo aver praticato un po' di attività fisica, si prova un senso di benessere e di riduzione di ansia e nervosismo.
E' stato ipotizzato che anche quando si mangia il cioccolato, in particolare quello fondente, viene stimolata la liberazione di endorfine, per cui un suo consumo moderato può contribuire in "momenti difficili" a farci sentire meglio. Il cioccolato contiene inoltre piccole quantità di anandamide, un cannabinoide prodotto naturalmente anche dal nostro cervello, che determina una sensazione di euforia e benessere.
Bere un quantitativo limitato di caffè o tè può migliorare il tono dell'umore e la capacità di concentrazione nelle forme lievi di depressione; un consumo eccessivo può, al contrario, aumentare l'ansia e disturbare il risposo notturno e quindi peggiorare la situazione.
E' preferibile invece evitare l'alcol, che deprime il sistema nervoso centrale, interferisce con numerosi processi cerebrali e altera i normali cicli del sonno. L'ingestione di alcol induce anche ipoglicemia che, come già detto, aggrava i problemi emotivi e mentali.
Dott. Fausto Mearelli - Dott.ssa Anna Giogli
Sicurezza d'uso ed effetti indesiderati
L'ampio utilizzo di preparati a base di Iperico anche come automedicazione, pone il problema della verifica della loro sicurezza d'uso.
Nella quasi totalità degli studi clinici l'incidenza degli effetti collaterali prodotti dall'Iperico è risultata pari a quella del placebo e decisamente inferiore a quella determinata da antidepressivi di sintesi.
Sedici studi di sorveglianza post-marketing hanno evidenziato un'incidenza di effetti indesiderati almeno dieci volte inferiore a quella degli antidepressivi, anche di ultima generazione, e sempre quantificabili come di entità modesta.
Gli effetti collaterali più frequentemente osservati sono stati reazioni lievi e reversibili, tra cui: disturbi gastrointestinali occasionali, nausea, stanchezza, emicrania o reazioni cutanee. E' stato stimato che un individuo su 30000, tra i consumatori di Iperico, potrebbe incorrere in reazioni indesiderate.
Non esistono ad oggi segnalazioni di intossicazioni acute nell'uomo.
In caso di iperdosaggio, deve essere evitata l'esposizione alla luce diretta del sole e lampade UV per almeno due settimane per prevenire l'ipericismo (fotosensibilizzazione).
La depressione è un tipo di patologia che comporta un trattamento prolungato nel tempo, ma anche l'uso continuo di estratti di Iperico non sembra causare problemi particolari.
Un recente studio di monitoraggio su 300 pazienti trattati per 12 mesi con un estratto titolato di Iperico, ha mostrato un'incidenza trascurabile di effetti collaterali alla fine del trattamento e l'assenza di modifiche dei parametri emato-clinici, della pressione sanguigna del tracciato elettrocardiografico e della frequenza cardiaca.
Dal momento che molti individui colpiti da depressione lieve e moderata continuano comunque la loro normale vita lavorativa, alcuni studiosi hanno preso in esame gli effetti dell'assunzione di estratti standardizzati di Iperico sulla capacità di conduzione di autoveicoli e uso di macchinari.
I dati ottenuti non hanno evidenziato alterazioni delle capacità di conduzione e reazione, di vigilanza o concentrazione per dosaggi di estratto pari a 900mg/die.
Il possibile potenziamento degli effetti dell'alcol durante la terapia a base di estratto di Iperico è stato investigato in uno studio in doppio cieco incrociato, placebo-controllato. I risultati non hanno indicato alcuna differenza significativa tra il gruppo dei placebo e quello trattato con estratto di Iperico. Sperimentazioni sui ratti e conigli non hanno rilevato effetti teratogeni del feto.
Anche prove di mutagenesi, cancerogenesi e immunotossicità nell'animale sono risultate negative.
In letteratura sono spesso riportate le proprietà fotosensibilizzanti e fototossiche dell'Iperico.
I dati sono derivati da osservazioni su animali con pellame bianco al pascolo, principalmente ovini e bovini, esposti a lungo al sole che avevano ingerito grosse quantità di Iperico fresco. Sugli animali erano state riscontrate lesioni edematose e vescicole della pelle accompagnate da agitazione psicomotoria.
Responsabile della comparsa di questi fenomeni sono le ipericine contenute nella pianta, sostanze in grado di trasformare l'energia luminosa in energia chimica, con conseguente formazione di composti tossici per le cellule.
Alcuni ricercatori pensano che il potenziamento della reattività chimica e biologica delle ipericine ad opera della luce potrebbe essere di interesse terapeutico per il loro utilizzo nell'inattivazione di virus e retrovirus.
Nell'uomo, nonostante il largo utilizzo di preparati a base di Iperico, le segnalazioni di manifestazioni fototossiche sono molto rare: una stima riporta 1 caso su 300000 pazienti trattati. Le fotodermatiti che compaiono nelle zone esposte alla luce, regrediscono spontaneamente in seguito a sospensione dell'assunzione di Iperico. Studi condotti sull'uomo e sugli animali hanno portato a concludere che la fotosensibilizzazione è un evento molto improbabile ai dosaggi terapeutici raccomandati. A scopo precauzionale è comunque consigliabile evitare lunghe esposizioni al sole, soprattutto nelle ore più calde del giorno, in concomitanza con l'assunzione dei prodotti a base di Iperico.
Interazioni dell'Iperico con i farmaci
Contaminanti ambientali, insetticidi, additivi alimentari, farmaci, tossine vegetali e altri composti estranei all'organismo (xenobiotici), devono subire all'interno del corpo umano tutta una serie di trasformazioni, ad opera dei sistemi enzimatici, per essere facilmente eliminati: si parla di detossificazione.
Il fegato rappresenta la sede più importante in cui avvengono questi processi, ma anche la mucosa intestinale, i reni ed i polmoni sono coinvolti.
Il citocromo P450 è una superfamiglia di isoenzimi che catalizzano non solo l'ossidazione di numerosi composti di origine endogena, ma anche quella di molti farmaci che vengono assunti a scopo terapeutico.
L'ossidazione rappresenta la reazione più comune nel metabolismo dei farmaci, ed è la prima tappa che conduce nel fegato alla trasformazione di queste molecole in composti più idrofili, che saranno poi coniugati e resi più idrosolubili e facilmente eliminabili per via renale.
L'attività degli isoenzimi del citocromo P450 può essere modificata, stimolata o inibita, anche da sostanze molto comuni. Il succo di pompelmo, l'aglio, il pepe nero (questi ultimi due a dosaggi comunque impossibile da consumarsi come alimento) hanno ad esempio un'azione inibente, mentre alcuni cavoli ed il fumo di sigaretta manifestano un effetto stimolante sull'attività enzimatica.
Studi recenti hanno evidenziato l'importanza di possibili interazioni farmacologiche tra l'Iperico e certi farmaci, in particolare quelli che sono metabolizzati da alcuni enzimi epatici del citocromo P450: CYP3A4, CYP2C19, CYP2C9, CYP1A2, CYP2D6. L'Iperico incrementa l'attività di questi enzimi provocando un aumento del metabolismo dei farmaci.
L'Iperico interferisce anche, in particolare, a livello di intestino, fegato e rene, con la glicoproteina-P, responsabile dell'assorbimento, della distribuzione, del metabolismo e della escrezione di molti farmaci.
La glicoproteina-P (P-gp) è una proteina di membrana che si è evoluta nel tempo come meccanismo protettivo contro l'assorbimento di xenobiotici, funzionando come una "pompa", che li elimina da organi e tessuti.
L'uso contemporaneo di Iperico e certi farmaci (solo quelli metabolizzati dal citocromo P450 o induttori della glicoproteina-P) può portare quindi ad una diminuzione anche importante dei livelli plasmatici di questi farmaci, riducendone l'efficacia.
Tra i componenti dell'Iperico, l'iperforina sembra essere il maggior responsabile di questa interferenza.
- Iperico può provocare un modesto decremento dell'attività di farmaci antidiabetici.
- Iperico provoca una diminuzione dell'attività di benzodiazepine (ansiolitici).
- Iperico è da evitare l'associazione con antiepilettici.
- Iperico riduce significativamente l'attività di antipertensivi.
- Iperico riduce l'attività di Clorzoxazone.
- Iperico va evitato in associazione con Ciclosporina.
- Iperico va evitato in associazione con Digossina.
- Iperico va evitato in associazione con Eplerenone.
- Iperico va evitato in associazione con Etoposide.
- Iperico riduce significativamente l'attività di Fexofenadina.
- Iperico va evitato in associazione con contraccettivi orali.
- Iperico riduce significativamente l'attività di Imatinib.
- Iperico va evitato in associazione con Irinotecan.
- Iperico riduce significativamente l'attività di Ivabradina.
- Iperico va evitato in associazione con inibitori nucleosidici della transcriptasi inversa.
- Iperico va evitato in associazione con inibitori delle proteasi (terapia infezione HIV).
- Iperico va evitato in associazione con Metadone.
- Iperico va evitato in associazione con inibitori della ricaptazione della serotonina.
- Iperico riduce significativamente l'attività di Tacrolimus.
- Iperico riduce significativamente l'attività di Talinololo.
- Iperico va evitato in associazione con Voriconazolo.
- Iperico va evitato in associazione con anticoagulanti.
Dosi di utilizzo dell'Iperico e avvertenze
Il Ministero della Salute Italiano ha recentemente revisionato (agosto 2009) i limiti di impiego dell'Iperico (Hypericum perforatum) negli integratori.
Le nuove disposizioni prevedono un'assunzione giornaliera di preparati a base di Iperico tale che l'apporto di ipericina non superi i 0,7 mg.
Inoltre, negli estratti di Iperico utilizzati il rapporto iperforine/ipericina non deve essere superiore a 7.
E' reso obbligatorio porre sulla confezione dell'integratore alcune avvertenze:
se si assumono dei farmaci, prima di utilizzare il prodotto chiedere il parere del medico, perchè l'estratto di Iperico può interferire sul loro metabolismo, inibendone anche l'attività. L'estratto di Iperico è controindicato in età pediatrica e nell'adolescenza.
La Commissione E del Ministero della Sanità tedesco, incaricata di raccogliere la documentazione scientifica necessaria per l'autorizzazione dei medicamenti vegetali nel marzo 1990, ha pubblicato l'ultima revisione della scheda sull'Iperico, sulla quale è riportato il seguente dosaggio giornaliero consigliato: 2-4 g di droga o 0,2-1 mg di ipericine totali sotto forma di varie preparazioni.
Gravidanza e allattamento: nessun dato è disponibile sull'uomo. In conformità con la prassi medica generale, il prodotto non deve essere utilizzato durante la gravidanza o l'allattamento senza aver prima sentito il parere del medico.
Consigli per l'Alimentazione e lo Stile di Vita nella Depressione lieve e moderata
Anche l'alimentazione più aiutare a migliorare il tono dell'umore. Ogni individuo tende infatti, inconsciamente, a consumare cibi che possono modificare in senso positivo la "biochimica" del proprio cervello, cioè la sintesi e il rilascio dei neurotrasmettitori.
Un'alimentazione equilibrata e corretta permette un giusto apporto di nutrienti e un buon funzionamento dell'organismo e contribuisce, inoltre, a mantenere costanti i livelli di glucosio nel sangue. Il cervello, in particolare, necessita di una somministrazione costante di glucosio, in caso contrario si possono manifestare sintomi di diversa gravità, come ansia, irritabilità, astenia affaticamento, debolezza, ecc. L'ipoglicemia è molto comune negli individui depressi, ai quali si consiglia di evitare gli zuccheri raffinati e preferire alimenti come: pasta. pane, cereali, legumi, ortaggi, ricchi di zuccheri complessi, vitamine e sali minerali.
Anche carenze di vitamine del gruppo B, in particolare di Acido folico (vitamina B9), possono peggiorare la depressione, per cui può essere necessaria una loro integrazione. L'acido folico e la vitamina B12 forniscono infatti metili a importanti molecole cerebrali, inclusi i neurotrasmettitori.
Le verdure a foglia verde, come spinaci e insalata, consumate crude, sono "fonte di buon umore", perché ricche di acido folico. Altri alimenti che contengono questa vitamina sono la soia, il tuorlo d'uovo, il fegato, gli asparagi, le lenticchie, i cereali integrali, il lievito di birra, i broccoli e il cavolfiore.
La vitamina B12 è invece presente soprattutto nel fegato di vitello e maiale, nei fegatini di pollo, nelle ostriche, nelle aringhe, negli sgombri, nelle sardine sott'olio. L'alga spirulina (Spirulina maxima L.) può essere usata come fonte vegetale di vitamina B12. Si consiglia anche l'assunzione di acidi grassi essenziali della serie omega-3 (contenuti nel salmone, nel pesce azzurro, come acciughe, sardine, sgombro, oltre che in integratori alimentari di olio di pesce, olio estratto dalle alghe e olio di lino), perchè contribuiscono a mantenere una corretta fluidità di membrana nelle cellule nervose, caratteristica che influenza direttamente la sintesi e il legame dei neurotrasmettitori e la trasmissione dei segnali nervosi. Praticare regolarmente un po' di sport (passeggiate a passo veloce, nuoto, aerobica, ciclismo ecc.) in modo adeguanto alle proprie condizioni fisiche ed età può risultare un buon rimedio per migliorare uno stato di depressione.
Infatti, in risposta all'esercizio fisico, il nostro cervello produce le endorfine, sostante dotate di una potente attività analgesica e stimolante, in grado di regolare il tono dell'umore, influenzare positivamente lo stato d'animo, aumentare l'autostima e la resistenza agli stress. Ecco perché, dopo aver praticato un po' di attività fisica, si prova un senso di benessere e di riduzione di ansia e nervosismo.
E' stato ipotizzato che anche quando si mangia il cioccolato, in particolare quello fondente, viene stimolata la liberazione di endorfine, per cui un suo consumo moderato può contribuire in "momenti difficili" a farci sentire meglio. Il cioccolato contiene inoltre piccole quantità di anandamide, un cannabinoide prodotto naturalmente anche dal nostro cervello, che determina una sensazione di euforia e benessere.
Bere un quantitativo limitato di caffè o tè può migliorare il tono dell'umore e la capacità di concentrazione nelle forme lievi di depressione; un consumo eccessivo può, al contrario, aumentare l'ansia e disturbare il risposo notturno e quindi peggiorare la situazione.
E' preferibile invece evitare l'alcol, che deprime il sistema nervoso centrale, interferisce con numerosi processi cerebrali e altera i normali cicli del sonno. L'ingestione di alcol induce anche ipoglicemia che, come già detto, aggrava i problemi emotivi e mentali.
Dott. Fausto Mearelli - Dott.ssa Anna Giogli