La Rhodiola rosea è una pianta conosciuta fin dall’antichità. Il medico greco Dioscoride ne esaltava i suoi benefici nel suo trattato di medicina del 77 d.C. Tale pianta è stata usata per secoli nella tradizione medica russa e solo nel 1700 si è allargato il suo uso in altre parti d’Europa come Francia, Scandinavia. Svezia, ecc.
La Rhodiola è una pianta perenne con rizoma spesso, fragrante una volta tagliato. Si tratta di una pianta erbacea dai fiori gialli. Si sviluppa soprattutto in terra sabbiosa, asciutta ad alte altezze nelle regioni artiche di Europa e dell’Asia.
Il progressivo sovraffaticamento imposto dai ritmi frenetici correlati allo stile di vita moderno può ripercuotersi negativamente sullo stato di salute, conducendo a diversi stati di disagio che possono gradualmente sfociare in vere e proprie patologie.
Le sostanze “adattogene” aiutano l’organismo a contrapporsi ad agenti stressogeni di natura fisica, chimica o biologica, aumentando la resistenza non-specifica verso gli stimoli; in altre parole, aiutano il corpo a mettere in atto un processo di adattamento generalizzato allo stress ed a ristabilire l’omeostasi, aumentando la tolleranza alla stanchezza fisica e mentale e migliorando l’attenzione e la resistenza in situazioni di diminuita performance.
Un periodo di stress produce delle alterazioni nei livelli di espressione e nel funzionamento di ormoni e neurotrasmettitori, in particolare quelli associati al sistema nervoso centrale (SNC) e all’asse ipotalamo-ipofisi, che a sua volta controlla il rilascio di glucocorticoidi e cortisolo. Se gli stimoli stressori non vengono rimossi, gli effetti del cortisolo possono perturbare l’omeostasi e provocare depressione, fatica cronica ed alterazione delle funzioni cognitive. A livello del SNC, inoltre, lo stress induce una deplezione delle catecolamine, in particolare norepinefrine (noradrenalina) e dopamina. L’effetto protettivo degli adattogeni è legato ad una regolazione degli equilibri reciproci dei diversi ormoni e neurotrasmettitori coinvolti nell’instaurarsi della condizione di stress.
L’utilizzo della radice di Rhodiola rosea ha radici profonde nella storia della Siberia ed è strettamente connesso con la sorprendente longevità dei popoli indigeni che erano soliti assumerla soprattutto sotto forma di infusi ed altre bevande. Lunghi anni di sperimentazioni cliniche hanno dimostrato l’esistenza di reali evidenze scientifiche a supporto delle proprietà tonica ed adattogena attribuite dalla tradizione popolare e ne hanno confermato un’efficacia maggiore rispetto ai più noti Panax ginseng, Eleuterococcus senticosus, Schizandra chinensis ed Aralia mandschurica. L’attività maggiore si osserva in concomitanza degli estratti ottenuti dai rizomi, un complesso miscellaneo di ben 140 sostanze attive, principalmente di natura polifenolica: flavonoidi (catechine e protoantocianidine), acidi organici (acido gallico, caffeico e clorogenico), tannini, p-tirosolo, ed alcuni peculiari glicosidi fenolici (Salidroside, Rosavin, Rosarin, Rosin, Rodiosin, Rhodalin, Rhodionin, Astragalin, Tricin 5-O-glucoside e Campferolo-7-ramnoside). Le proprietà adaptogene sono oggi attribuite primariamente al P-tirosolo, al Salidroside e al Rosavin, che viene utilizzato come sostanza di riferimento per la standardizzazione degli estratti.
La principale proprietà della Rhodiola rosea è quella di incrementare le prestazioni sia mentali che fisiche e proprio per questo motivo è stata in passato ampiamente usata dai cosmonauti e dagli atleti russi. Stimola la biosintesi di epinefrina, norepinefrina ed ormone adenocorticotropo che attiva l’enzima adenilatociclasi a livello delle cellule adipose, promuovendo il rilascio degli acidi grassi nel sangue. Gli acidi grassi mobilitati dal tessuto adiposo rappresentano un miglior substrato per la produzione di ATP che, combinata ad un incremento di sintesi della proteina creatin-fosfato, fornisce una quantità di energia adeguata al fabbisogno dei muscoli con conseguente miglioramento delle prestazioni fisiche ed aumento della resistenza alla fatica durante gli sforzi prolungati.
Poiché il grasso in eccesso viene stoccato nel tessuto adiposo e può venire bruciato solo previa mobilitazione, l’attivazione operata dall’estratto di Rhodiola sulle lipasi può risultare utile anche nell’ambito di un programma mirato alla perdita od al mantenimento del peso corporeo e gli estratti contenenti Rosavin si sono rivelati attivi in questo senso. Per contribuire effettivamente alla perdita di peso, l’assunzione di Rhodiola deve essere abbinata ad una dieta equilibrata e ad un leggero ma quotidiano esercizio fisico, affinché gli acidi grassi messi in circolo vengano utilizzati dai mitocondri cellulari per la produzione di energia.
L’attività fisica, inoltre, ne potenzia l’azione anabolica, ossia la capacità di indurre l’incremento del rapporto tra massa magra e massa grassa e quindi lo sviluppo dei muscoli a discapito del tessuto.
Sebbene i grassi o “lipidi” costituiscano un elemento fondamentale per la nostra vita, il loro accumulo nel nostro organismo può rappresentare un fattore di rischio per l’insorgenza delle malattie cardiovascolari e del diabete. Da alcune sperimentazioni condotte su animali sembra che l’estratto di Rhodiola può contribuire alla prevenzione delle patologie cardiache mediante un’azione di modulazione della sintesi e del rilascio di catecolamine, di corticoidi e di oppioidi endogeni, con azione cardioprotettiva ed antiaritmica, ma questi dati sono ancora da verificare.
L’azione adattogena della Rhodiola si esplica anche in quelle situazioni nelle quali la fonte di stress è rappresentata da un attività intellettuale particolarmente intensa, agendo come stimolo dell’attività mentale a sostegno della concentrazione, della lucidità e del potenziale mnemonico: sotto questo aspetto è molto più efficace di altri adattogeni ed una singola somministrazione si è rivelata importante nelle situazioni in cui era necessaria una rapida risposta, con un effetto di 4-6 ore che si manifestava 30 minuti dopo la somministrazione.
Tale effetto è stato fino ad oggi oggetto di numerosi studi, ma i risultati sono purtroppo variabili in relazione al metodo di valutazione utilizzato e l’esatto meccanismo d’azione non è stato ancora del tutto chiarito. Alcuni autori sostengono che gli effetti sull’attenzione dipendano dalla capacità della Rhodiola di attivare la produzione endogena di Creatina Fosfato ed ATP nelle cellule cerebrali. In alternativa, i suoi componenti più attivi (in particolar modo Salidroside e Rosavin) sembrerebbero provocare una modulazione dei livelli di norepinefrina (noradrenalina) e dopamina nel cervello e secondo alcuni studiosi quest’azione potrebbe influenzare positivamente l’apprendimento e la funzione mnemonica.
È invece scientificamente riconosciuta l’azione della Rhodiola sulla serotonina, una molecola che riveste un ruolo di primaria importanza in numerosissimi processi tra i quali ricordiamo: memoria, apprendimento, contrazione dei muscoli lisci, respirazione, motilità intestinale, percezione del dolore, regolazione della temperatura corporea, appetito, sonno, pressione sanguigna, funzionalità cardiovascolare e, non da ultimo, tono dell’umore. Il manifestarsi della depressione è associato ad una diminuzione del livello di serotonina nel sangue e nei centri nervosi che controllano l’umore, ma l’estratto di radice di Rhodiola inducendo un innalzamento dei livelli di serotonina paragonabile all’azione dell’Hypericum perforatum come agente antidepressivo. In particolare, la qualità del sonno è migliorata nella maggior parte dei pazienti che lamentavano problemi di vario tipo (risvegli notturni, difficoltà a prendere sonno, etc.) così come sono diminuiti i sintomi depressivi. E’ stato generalmente osservato un aumento della socialità e dei livelli motivazionali e la somministrazione ha provocato significativi miglioramenti anche nei confronti di: debolezza muscolare, indolenza, sindrome astenica, ipersonnia, bassi livelli motivazionali, apatia ed ipotonia arteriosa stabile.
Tale incremento sarebbe conseguente all’esercizio di un’azione inibente nei confronti dell’attività dell’enzima deputato all’inattivazione della serotonina, vale a dire la catecol-O-metil transferasi (COMT) e di un parallelo effetto stimolante condotto nei confronti del trasporto del precursore della molecola della serotonina, il 5-idrossitriptofano (5-HTP), attraverso la barriera emato-encefalica. Fra i due meccanismi d’azione sembra comunque che il più importante sia quello rivolto alla preservazione della serotonina, piuttosto che alla stimolazione della sua biosintesi.
L’utilizzo della Rhodiola durante regimi dietetici controllati finalizzati alla riduzione del peso corporeo ha quindi un effetto positivo anche a livello psicologico e va di pari passo con un miglioramento nella qualità dell’umore e del sonno e nella riduzione degli attacchi di fame nervosa.
Dall’effetto benefico sull’umore possono dipendere anche gli effetti positivi sulla prestanza sessuale, già descritti dalla tradizione popolare siberiana che la consigliava alle coppia prima del matrimonio, per favorire la nascita di bimbi sani. La Rhodiola è ad oggi consigliate a chi soffre di turbe sessuali e a chi vuole semplicemente migliorare le proprie performances, sia uomo che donna.
Secondo alcuni studi, può aiutare a ripristinare il ciclo nelle donne colpite da amenorrea, ma anche in questo caso sembrano entrare in gioco principalmente gli effetti benefici a livello psicologico e la riduzione di stress e depressione.
Secondo alcuni recentissimi studi condotti nei topi, la somministrazione di Rhodiola attenua significativamente ed in modo dose-dipendente sia lo sviluppo che l’espressione della dipendenza da morfina dopo somministrazione acuta o cronica, rendendo l’estratto potenzialmente utile nel trattamento della dipendenza da fumo e da oppioidi.
Possibili controindicazioni: può avere effetto sulla glicemia, pertanto si consiglia cautela in pazienti diabetici o ipoglicemici o in cura con farmaci per il controllo della glicemia. Controindicata in caso di trattamenti con farmaci anti-depressivi inibitori MAO in quanto potrebbe potenziarne l’effetto. Non ci sono al momento dati circa la sicurezza d’uso in gravidanza, allattamento ed in pazienti pediatrici.