
Una causa possibile della
vitiligine può essere anche una carenza di ferro o per mancata assunzione con
l’alimentazione (assenza di cibi carnei o contenenti ferro, come gli spinaci) o
per difficoltà di assimilazione (come avviene spesso nelle gastriti) o per
perdita eccessiva (per esempio in seguito ad emorragie, come può avvenire in
caso di traumi, ferite, mestruazioni molto abbondanti, difetti di
coagulazione).
I melanociti sono delle cellule
situate nello strato più profondo dell’epidermide (che comunque non è altro che
il velo sottilissimo più superficiale della nostra cute e che ha uno spessore
medio di 0,4 mm) e che durante il processo patologico che porta alla vitiligine
vengono "inattivati" o "uccisi". Essendo i melanociti
cellule che producono melanina, (il principale colore della pelle) la loro
assenza è svelata dalla mancanza di colore nella zona affetta. Tuttavia
l’epidermide non è l’unica zona provvista di melanociti nella cute. Infatti il
colore dei peli e dei capelli è dato proprio dai melanociti che risiedono
vicino al bulbo pilifero (nella zona cosiddetta perifollicolare) la quale si
trova molto più in profondità rispetto
all’epidermide. Questi melanociti profondi solo raramente vengono coinvolti dal
processo che causa la vitiligine. Se opportunamente stimolati, possono
riattivarsi e moltiplicarsi, risalire nell’epidermide e dar luogo a nuova
pigmentazione portando quindi a guarigione le chiazze. Questo fenomeno, a volte
è spontaneo o causato semplicemente dall’esposizione al sole, si manifesta
attraverso la comparsa di punti circolari di pigmentazione nelle zone rese
acromiche (cioè senza colore) dalla vitiligine.