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mercoledì 17 febbraio 2016

Salute Intestino

A circa 4 settimane di sviluppo, l’embrione avrà sviluppato la “cresta neurale”, prima formazione del sistema nervoso che nella fase successiva di sviluppo si dividerà letteralmente in due parti distinte. La prima diventerà il nostro cervello e la spina dorsale, mentre la seconda si collegherà all’intestino e nascerà il meglio conosciuto “sistema nervoso enterico” o “secondo cervello” che si andrà ad affiancare al "Sistema nervoso Simpatico" e al "Sistema nervoso Parasimpatico".

Questi due “cervelli” vivranno per sempre collegati dal nervo vago su cui viaggiano una serie di informazioni da e per il cervello dall'intestino. L’intestino ha circa 100 milioni di neuroni, una quantità maggiore di quelli che si trovano nella spina dorsale o nell'intero sistema nervoso periferico.
Più del 95% delle “sostanze del buonumore” prodotte dal cervello  - serotonina e altre 30 tipologie di neurotrasmetitori – sono prodotte nell'intestino. Pertanto lo stato di salute dell’intestino ha un impatto diretto sulla salute del nostro cervello e soprattutto sul nostro stato d’animo.

Il GALT – Tessuto linfoide associato all’intestino – circonda l’intestino e produce globuli bianchi conosciuti come linfociti, i quali sono dediti a combattere la maggior parte delle infezioni con cui entriamo a contatto.  Tutto ciò che passa attraverso le pareti dell’intestino incontra immediatamente il GALT, che svolge la funzione di prevenire il passaggio dall’intestino al plesso circolatorio di una serie di tossine e invasori microbici. Di conseguenza un intestino non in forma e con maggiore permeabilità permetterà il passaggio di sostanze “nemiche”, ecco che il nostro sistema immunitario viene eccessivamente stimolato, causando il rilascio di sostanze infiammatorie che hanno effetti di vasta portata su tutto l’organismo, incluso il cervello.

Si conoscono ormai diverse condizioni in cui il GALT è erroneamente sovrastimolato, due di queste sono la disbiosi e il Leaky gut syndrome o sindrome della permeabilità intestinale.

La scienza è oggi in grado di ammettere con certezza che l’infiammazione – anche di tipo intestinale – ha un impatto profondo sulle funzioni cerebrali, definendo la dettagliata connessione esistente tra l’infiammazione e i disturbi dell’umore.  L’infiammazione modifica la chimica del cervello e pertanto molti sintomi di un disequilibrio dei neurotrasmettitori, come ansia, depressione e deficit di attenzione sono collegati ad una spesso silente disfunzione immunitaria causata dallo stato di salute dell’intestino.

La quantificazione e soprattutto qualificazione dei batteri presenti nel tratto intestinale è molto complessa, pertanto la diagnostica medica preferisce focalizzare la propria attenzione sull’identificazione di metaboliti secondari prodotti di scarto dei batteri.

Diventa di fondamentale importanza trattare l’equilibrio della flora batterica intestinale ed essere certi che la stessa abbia livelli adeguati per il benessere non solo delle funzioni intestinali, ma anche di quelle immunitarie e di conseguenza dello sviluppo del sistema neuroendocrino e metabolico. La presenza dei microbioti regola il punto di equilibrio del funzionamento dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, altresì conosciuto come l' "Asse dello Stress".

Sarà pertanto utile integrare la nostra dieta con fermenti batterici “amici” dell’intestino, di cui in primis: il Lactobacillus acidophilus, assieme a Bifidobacterium lactis, Lactococcus lactis, Lactobacillus salivarius, Lactobacillus casei ed Enterococcus faecium.
Un complesso di questi fermenti in tavolette e con un’assunzione di almeno 2 miliardi di fermenti vivi per grammo, è consigliato.

a cura del Dott. Joseph Cannillo

Fonte: http://www.coratolive.it/salute/83/articolo.aspx