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venerdì 8 giugno 2012

Cenni sul Sistema Immunitario

Da un giornale americano si legge:”I princìpi dell’immunologia pervadono la clinica medica. Medici di medicina generale e specialisti, pediatri, chirurghi, ostetrici e ginecologi, neurologi, anestesisti e psichiatri, tutti devono fare i conti con situazioni in cui il sistema immunitario fa sentire i suoi effetti, diretti o indiretti, oppure, al contrario con disordini che colpiscono l’immunità come conseguenza di una malattia non immunitaria”. Il sistema immunitario entra non solo in malattie come l’Aids, l’artrite reumatoide, l’asma e le allergie, ma svolge un ruolo importante anche nei tumori, nella sclerosi multipla e in altre patologie neurovegetative, nell’aterosclerosi e, quindi, nelle malattie cardiovascolari, nella psoriasi e in altre malattie dermatologiche.
Il sistema immunitario è come un network, una rete che è caratterizzata non solo dalla relazione antigene-anticorpo e quindi esterno-interno, ma anche dalla relazione interno-interno e cioè da come un anticorpo viene riconosciuto da altri anticorpi. Un anticorpo, infatti, può riconoscere ed essere riconosciuto essere anticorpo e, al tempo stesso, un antigene per altri anticorpi. La rete, quindi, viene tenuta in equilibrio dinamico da questo complesso sistema di riconoscimenti. In secondo luogo, la complessità e la diffusione del sistema immunitario viene assimilato al sistema nervoso. Come quest’ultimo, il sistema immunitario è costituito da cellule che ricevono segnali eccitatori e inibitori; inoltre, è dotato di memoria (Jerne).
Il sistema immunitario reagisce in modi diversi se deve fronteggiare virus (parassiti intracellulari in genere), anziché batteri o tossine.
I virus e, in genere, tutti i parassiti intracellulari possono essere distrutti essere distrutti solo annientando la cellula infettata che funge da incubatrice per la loro sopravvivenza e riproduzione. Per questo motivo, il sistema mette in atto una risposta basata sull’azione di linfociti T killer che distruggono la cellula infettata.
Nel caso di un’infezione batteria e/o tossica, invece, la fagocitosi e la successiva esposizione degli antigeni sulla superficie delle cosiddette “cellule presentanti l’antigene” (APC) inducono una produzione di anticorpi specifici tramite l’attivazione dei linfociti B da parte dei linfociti T helper, Il primo tipo di risposta è chiamata “cellulo-mediatica”, il secondo tipo “umorale”. I linfociti T helper vengono suddivisi in due sottoclassi: Th1 e Th2. Questi due tipi sono collegati a due diversi profili citochinici: il Th1 è collegato alla produzione di interleuchina-2 (IL-2), IL-12, interferone-gamma (INF-gamma), tumor necrosis factor (TNF); mentre il Th2 alla IL-4 e IL-13. Il Th1 induce una forte risposta cellulo-mediata, sostenuta da un’altrettanto forte risposta infiammatoria, capace di distruggere virus, parassiti intracellulari, mentre il Th2 induce una risposta anticorpale capace di attaccare e distruggere batteri e parassiti extracellulari in genere.
La risposta immunitaria normalmente è una risposta sistemica di grado più o meno elevato, una risposta di carattere generale che coinvolge settori del sistema collocati in zone del corpo distanti tra loro. Inoltre, non è possibile separare la risposta immunitaria dal suo contesto e, quindi, dalle influenze che esercita l’ambiente in cui opera, che è costituito da vasi, nervi, cellule, sostanze e strutture dei tessuti, i cui messaggi sono rappresentati da ormoni, neurotrasmettitori, citochine e altre sostenza biologicamente attive. Il sistema immunitario è in costante movimento: con il sangue, con la linfa, fuoriuscendo dai vasi sanguigni attraverso i tessuti, le cellule immunitarie sono in perenne pattugliamento, durante il quale possono diventare attive (cellule effettrici), e quindi intercettare ed eventualmente distruggere antigeni, trasformarsi in cellule che conservano la memoria di quell’incontro (cellule di memoria), morire sotto il fuoco nemico (per necrosi) o per morte naturale (apoptosi).
L’enorme quantità di cellule del sistema immunitario è dislocata in circuiti strategici che coinvolgono l’insieme dell’organismo umano: cute, mucose, sangue, linfa.
La cute, infatti, è la struttura delimitante il nostro corpo, è l’interfaccia tra l’interno e l’esterno. E’ la prima barriera fisica verso stimoli potenzialmente negativi (antigeni), con un sistema immunitario molto efficiente, che è capace di organizzare una risposta specifica, affidata a cellule professioniste (cellule dendritiche).
Le mucose coinvolgono buona parte delle cavità interne del corpo: bocca, tonsille e adenoidi, trachea, bronci, esofago, stomaco, intestino tenue e colon, ghiandola mammaria, utero, vagina, ano. Il sistema immunitario delle mucose funziona come un unico grande circuito, strutturato su più livelli, i cui effetti possono quindi interessare, nel bene e nel male, numerosi distretti e organi corporei.
Il sistema linfatico raccoglie la linfa e cioè il fluido interstiziale, proveniente dai capillari, in una fitta rete di vasi che interessano praticamente tutto il corpo, con alcune eccezioni, tra cui la più rilevante è certamente il cervello. Questo sistema drenante ha dei centri di raccolta in strutture specializzate, i linfonodi, che sono i luoghi dove avviene l’incontro tra linfocita e l’antigene. Tutta la linfa viene raccolta a livello del torace in due grandi condotti, il dotto toracico e il dotto linfatico-destro, che versano la linfa nel sangue a livello della base del collo. In questo modo, i linfociti possono passare agevolmente dal circuito linfatico a quello sanguigno.
Il sangue nutre tutti i reparti dell’organismo. Le cellule del sistema immunitario hanno sviluppato la capacità di passare attraverso la parete dei vasi sanguigni per raggiungere, così, agevolmente il luogo preciso dove è richiesta la propria azione. In questo complesso sistema di comunicazione interna, la milza svolge un ruolo molto importante, di filtro del sangue e, allo stesso tempo, costituisce il luogo di incontro di attivazione e maturazione dei linfociti che incontrano antigeni che viaggiano nel sangue.
Il sistema immunitario può attivare due diverse linee di difesa che, nella realtà, sono strettamente collegate, anche se non necessariamente interdipendenti.
Una prima linea è affidata a cellule che non ci abbandonano nemmeno in vecchiaia, quando il sistema complessivamente declina. Sono in primo luogo cellule capaci di ingoiare i patogeni, così come la “spazzatura”, i detriti interni: questo meccanismo, chiamato fagocitosi, viene svolto soprattutto da macrofagi e neutrofili. Sempre in prima linea troviamo poi altre cellule capaci di distruggere in modo rapido sia cellule infettate da virus, sia cellule trasformate in senso maligno: le natural killer (NK). In questo lavoro, fagociti e natural killer sono aiutati da eosinofili, basofili e cellule mastoidi, il cui ruolo è centrale nell’amplificazione della risposta immunitaria.
Questa prima linea di attivazione del sistema, chiamata anche immunità naturale o innata o aspecifica, può anche esaurirsi in sé. E’ quello che accade nel nostro organismo, per esempio, nelle situazioni di emergenza quando occorre riparare una ferita di modesta entità.
In altri casi, invece, l’attivazione dell’immunità naturale comporta la conseguente attivazione della seconda linea, centrata sui linfociti T e B, denominata immunità specifica o adattativa o clono tipica.
Il fattore chiave di collegamento tra le due linee è rappresentato dalle cellule dendritiche che sono in grado di catturare l’antigene, in una prima fase fagocitarlo e, successivamente, all’interno dei linfonodi dove sono migrate, esporne frammenti in superficie al cospetto dei linfociti.
Nei linfonodi avviene l’attivazione dei linfociti, T helper, che, in base al profilo citochinico che presenta l’ambiente in cui operano, e, a partire da una classe di cellule indifferenziate (Th0), possono differenziarsi in Th1, Th2, Th3 e cioè dar luogo:
  1. a una risposta orientata in senso citotossico, con l’attivazione dei linfociti T citotossici (risposta Th1): questa risposta è sostenuta da INF-g e IL-12;
  2. a una risposta orientata in senso anticorporale, con l’attivazione dei linfociti B (risposta Th2): questa risposta è sostenuta dall’IL-4 e dall’IL-13;
  3. a una risposta tollerante, con la comparsa di diversi tipi di linfociti T regolatori: questa risposta è sostenuta dall’IL-10 e da TGF-β.



da “il sistema immunitario: la bilancia della vita -  Com’è fatto, come funziona in salute e in malattia
Francesco Bottaccioli