"Siamo quello che mangiamo" sembra una frase fatta quasi banale, uno di quei concetti che riteniamo ovvi, acquisiti, eppure in generale i comportamenti alimentari sembrano non essere coerenti con questa "banalità"; oggi vanno molto di moda i finanziamenti, i pagamenti rateali, e siamo disposti ad indebitarci per anni pure di avere il telefonino di ultima generazione, la tv in tutte le camere della casa, le scarpe firmate, etc., ma per ciò che riguarda l'alimentazione l'imperativo è risparmiare, spendere il meno possibile. Con questo non voglio dire che sia sbagliato cercare di risparmiare, ciò che non è corretto è spendere il meno possibile penalizzando la qualità; è tutta una questione di priorità. Dovremmo avere la piena consapevolezza che alimentarci in maniera corretta significherebbe fare grandi passi nel mantenimento di una buona salute e, quindi, comprendere che rinunciare a qualcosa di superfluo e concedersi eventualmente qualche sfizio in meno può spesso far sì che ci si possa permettere una maggiore attenzione alla qualità del nostro cibo e quindi alla nostra salute in generale.
Rispetto ad un secolo fa, l'alimentazione dell'uomo occidentale ha subito cambiamenti radicali; il benessere e il boom economico degli ultimi decenni