Cerca nel blog

venerdì 15 marzo 2013

La vera causa dell'Asma

Secondo il dottor Buteyko la causa dell'asma risiede nell'iperventilazione e in una conseguente mancanza di anidride carbonica nei polmoni

di Fiamma Ferraro

 




Siamo oggi di fronte ad una vera e propria “pandemia” di asma. Il numero di asmatici sta crescendo vertiginosamente, ma in alcuni Paesi più che in altri. È possibile trarre delle considerazioni interessanti esaminando come le percentuali più elevate si trovino nei Paesi di lingua inglese (18% sul totale della popolazione in Scozia, 15,3% in Inghilterra, 14,6% in Irlanda, 14,7% in Australia). La situazione è migliore in altri Paesi (Francia, Spagna e Germania) che si trovano tra il 5 e il 7,5%, e in Italia, Portogallo e altri, che sono sotto (di poco) al 5%. Preoccupante è anche qui la tendenza al rapido aumento.
Secondo l’Istituto di Allergia UCB del Belgio, nell’Europa occidentale l’asma è raddoppiata negli ultimi 10 anni. Negli Stati Uniti vi è stato un aumento del 60% negli ultimi 20 anni, e le morti sono raddoppiate fino a raggiungere la cifra di 5000 all’anno. In Australia un bambino ogni 6 soffre di asma.
 
Come mai questa prevalenza dell’asma in Paesi di lingua inglese?
Non può certo trattarsi di fattori climatici se si considera la differenza di clima tra Canada e Australia, che pure hanno percentuali non molto divergenti di asmatici, né di fattori d’inquinamento ambientale (magari elevato in Inghilterra ma non in Australia e Nuova Zelanda) né di abitudini alimentari, abbastanza diverse in questi paesi, e nemmeno di fattori genetici (a parte le mescolanze genetiche esistenti in Australia e Stati Uniti, l’aumento dei casi d’asma si è verificato negli ultimi decenni, mentre i fattori genetici esistevano da molto prima).

Asma e broncodilatatori: cura o causa scatenante?

Un’ipotesi interessante quanto al motivo dell’elevato numero di asmatici in questi paesi era stata prospettata dallo stesso Buteyko, che ad esempio ancora nel 2002, in un’intervista con la dottoressa Alina Vasiljeva, aveva osservato che il motivo consiste nell’approccio medico comune in questi Paesi di lingua inglese, consistente nel somministrare frequentemente, in particolare ai bambini, dei broncodilatatori al primo segno di rinite, bronchite o raffreddore, con anche un minimo sibilo nel respiro, cosa che non avviene invece in Russia o in altri Paesi.
Ciò fa sì che la perdita di CO2 e l’iperventilazione si aggravino finché si arriva a una situazione di asma conclamata, in cui la reazione difensiva del broncospasmo è frequentemente necessaria. A questo punto negli asmatici basta il minimo fattore che provochi una perdita supplementare di CO2, (dal correre alla presenza di pollini, eccesso di cibi o intolleranze alimentari, stress, ansia ecc.) per provocare un attacco d’asma.

L’aspetto più preoccupante è comunque attualmente costituito dall’aumento del numero di decessi tra gli asmatici, il che sembra indicare chiaramente che vi è qualcosa che non va nell’attuale modo in cui questa malattia è generalmente trattata.
 
Il ruolo fondamentale della CO2 per una buona respirazione.

Secondo il dr. Buteyko l’asma è causata dall’iperventilazione, dal fatto che si inala una quantità eccessiva di aria. Questo eccesso di respirazione riduce eccessivamente la quantità di CO2 immagazzinata negli alveoli polmonari e il meccanismo difensivo, al quale ricorre il corpo per evitare che la perdita di CO2 raggiunga livelli incompatibili con la vita, è quello di restringere le vie respiratorie, provocando spasmi e contrazioni, tentando (con l’ispessimento della mucosa nasale e con la produzione di muco) di restringere ipassaggi nasali, obbligando in pratica a respirare di meno. Il rimedio offerto dalla medicina moderna consiste a questo punto nel somministrare dei broncodilatatori, che riaprono quelle vie respiratorie che l’organismo, per difendersi, aveva ristretto, e consentono di ricominciare subito a respirare troppo e a perdere quindi altra CO2.

È questo, secondo Buteyko, il motivo principale per cui oggi si verificano attacchi d’asma con esiti mortali, a differenza di quanto accadeva in passato quando i broncodilatatori non esistevano. Gli asmatici erano quindi obbligati a sopportare per un po’ il senso di soffocamento e a respirare di meno. I rimedi moderni, invece, eliminano i sintomi (o meglio, i meccanismi difensivi) e anche se producono un breve sollievo, alla lunga peggiorano il male. Inoltre, i bassi livelli di CO2 propri degli asmatici aumentano la propensione all’infiammazione, provocano scompensi ormonali (ved. le pagg. seguenti) e riducono la capacità di produrre l’ormone cortisolo in quantità adeguata; e ciò provoca una particolare vulnerabilità alle allergie.

La CO2 è un broncodilatatore naturale: quando i livelli di CO2 nei polmoni sono mantenuti a un tasso giusto, il corpo non ha bisogno di provocare delle contrazioni delle vie respiratorie per ridurre la quantità d’aria inalata ed esalata.
Secondo il dr. Buteyko il vero rimedio per l’asma, quello che elimina la causa e non i sintomi, è quindi la normalizzazione della respirazione.
La quantità d’aria normalmente respirata al minuto da una persona sana e adulta a riposo dovrebbe aggirarsi, come in precedenza osservato, sui 4-6 litri; gli asmatici ne respirano una quantità pari al doppio, triplo o quadruplo. Quasi tutti i medici specialisti in malattie respiratorie non attribuiscono particolare attenzione alla quantità d’aria normalmente respirata al minuto dai loro pazienti e ritengono semmai che l’iperventilazione sia non la causa, ma l’effetto (diretto a contrastare la mancanza di ossigeno) di un attacco d’asma. Qui basti ricordare che nella sperimentazione ufficiale condotta – per provare l’efficacia del metodo Buteyko – nel 1994-95 al Mater Hospital di Brisbane, in Australia, è stato accertato, con notevole sorpresa di alcuni specialisti, che tutti i 39 asmatici che partecipavano alla sperimentazione respiravano in eccesso anche quando non avevano attacchi d’asma. La stessa sperimentazione ha accertato che i pazienti sottoposti al trattamento Buteyko avevano diminuito l’iperventilazione da 15 a 9 litri al minuto e, di conseguenza, avevano potuto ridurre, già nel corso della sperimentazione durata poche settimane, l’uso di broncodilatatori quasi del 90% e di cortisonici del 50%. Il mantenimento del delicato equilibrio tra i livelli di CO2 e O2 è, come abbiamo già visto, essenziale per il buon funzionamento di tutto l’organismo umano. Quando si respira in eccesso, il livello di CO2 cala drammaticamente: mentre normalmente dovrebbe aggirarsi sul 6-6,5%, negli asmatici, la quantità presente negli alveoli polmonari non supera il 3,5-4,5%.
Un attacco d’asma è, quindi, un circolo vizioso provocato dall’iperventilazione, in cui le vie respiratorie si contraggono, restringono e si ricoprono di muco per diminuire la circolazione dell’aria; ciò provoca nella persona colpita dall’attacco la sensazione di mancanza d’aria; ma più ci si sforza di respirare e più i meccanismi difensivi di cui sopra fanno in modo che l’iperventilazione non aumenti ulteriormente, e peggiore diventa l’attacco d’asma.
Appaiono, quindi, evidenti anche le incongruenze del consueto trattamento dell’asma attualmente in uso.