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giovedì 28 febbraio 2013

Serve proprio l'Antibiotico?

I virus sono microrganismi ancor più piccoli dei batteri  che, una volta penetrati nel nostro organismo, vanno ad annidarsi all’interno delle cellule ove sopravvivono e si moltiplicano sfruttando il metabolismo della cellula ospite.
Sono di origine virale proprio la maggior parte delle infezioni più comuni: il raffreddore, le febbri di tipo influenzale, le bronchioliti, la maggior parte delle tonsilliti e parte delle otiti.

Assumere antibiotici durante una infezioni virali come le febbri influenzali o di raffreddore, la maggior parte degli episodi di tosse e di bronchite, le faringiti (fatta eccezione per quelle causate dallo Streptococco) o il raffreddore, anche prolungato, non aiuta a curare l’infezione, a ridurre i sintomi e neppure ad abbreviare la malattia.

C’è di più: sappiamo che qualche volta le malattie virali si complicano con infezioni batteriche. Ebbene, somministrare antibiotici nel corso di una malattia virale non aiuta nemmeno a prevenire queste complicanze.
 
Per quali altri motivi è sconsiglibile l’uso indiscriminato di antibiotici?

Utilizzare gli antibiotici quando non sono utili è certamente un errore: i farmaci non sono mai del tutto innocui, possono causare effetti collaterali e vale la pena utilizzarli soltanto quando siamo certi della loro utilità.

Inoltre l’impiego su larga scala (molto spesso inutile) degli antibiotici ha provocato il fenomeno della cosiddetta “resistenza” batterica, uno dei problemi più preoccupanti della medicina moderna: per l’impiego massivo che ne facciamo, i batteri “imparano” a neutralizzare l’antibiotico che diventa così inutile. Questo espone a gravi rischi la salute del paziente e impone costi per i continui investimenti nella ricerca di nuovi farmaci.
 
Gli antibiotici vanno usati soltanto per curare le infezioni causate da batteri!!!

Prodotti naturali combattono sia i batteri che i virus. E senza effetti collaterali.

Pensaci prima di assumere un antibiotico!

martedì 19 febbraio 2013

Carnitina

La L-carnitina è stata scoperta nei tessuti muscolari nel 1905. È presente come carnitina libera non esterificata e come carnitina esterificata (acil-carnitina). L’acetil-L-carnitina rappresenta la forma più semplice tra le carnitine esterificate, ovvero quella nella quale il gruppo acilico legato è composto da solo due atomi di carbonio.
In pratica, l’acetil-L-carnitina è un estere dell’aminoacido trimetilato L-carnitina, composto che gioca un ruolo di fondamentale importanza nel processo di produzione di energia a partire dai lipidi. La L-carnitina, infatti, permette il trasporto degli acidi grassi a lunga catena dal citosol cellulare ai mitocondri, ove il processo continua attraverso la beta ossidazione, il ciclo di Krebs e la fosforilazione ossidativa fino alla produzione di energia in forma di ATP. L’acetil-L-carnitina riveste un ruolo cruciale in questo complicato processo, vale a dire quello di trasportatore intermedio del gruppo acetilico tra la molecola della L-carnitina e quella del CoA.
L’acetil-L-carnitina è in grado di: facilitare l’uptake di CoA nel mitocondrio durante il processo di beta ossidazione degli acidi grassi, incrementare la produzione di acetilcolina e stimolare la sintesi dei fosfolipidi di membrana. Essendo dal punto di vista strutturale molto simile alla acetil-colina, l’acetil-L-carnitina può anche esercitare un azione colino-mimetica.